Qualità dell’aria in Pianura Padana: gli ultimi dati

Qualità dell'aria in Pianura Padana

La qualità dell’aria nella Pianura Padana e nelle città lombarde è da anni un tema di grande preoccupazione: questa zona, a causa della sua conformazione geografica e dell’elevata densità di traffico e di attività industriali, registra livelli di inquinamento tra i più alti d’Europa. Milano, in particolare, supera molti giorni all’anno i limiti di concentrazione di PM10 e PM2.5 imposti dalle normative europee, con conseguenze significative per la salute dei cittadini.

Se la qualità dell’aria esterna resta una sfida aperta, molto si può fare anche per garantire ambienti interni salubri, specialmente in spazi chiusi come uffici, scuole e abitazioni. Gli impianti di condizionamento e ventilazione giocano un ruolo chiave in questo contesto: i filtri per la purificazione dell’aria contribuiscono a ridurre la presenza di polveri sottili e altri agenti inquinanti, migliorando il comfort ambientale. Abbiamo parlato di tutto questo insieme agli esperti di FCR Filtrazione Condizionamento Riscaldamento S.r.l.

 

La qualità dell’aria in Pianura Padana: una questione critica

La Pianura Padana è una delle aree più inquinate d’Europa, e la qualità dell’aria continua a destare grandi timori nonostante alcune condizioni meteorologiche favorevoli registrate nell’ultimo inverno. Il susseguirsi di perturbazioni ha evitato la formazione prolungata di inversioni termiche, ovvero quel fenomeno che intrappola l’aria fredda nei bassi strati dell’atmosfera e favorisce l’accumulo di inquinanti, ma i dati rilevati da Legambiente Lombardia nei brevi periodi di alta pressione tra gennaio e febbraio denunciano livelli di polveri sottili alle stelle, con concentrazioni fino a tre volte superiori rispetto ai limiti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Le città più colpite sono Milano (oltre un giorno su tre di sforamenti dei limiti di polvere sottili) e i capoluoghi della Bassa Pianura, come Cremona e Lodi. Ma l’inquinamento atmosferico non è soltanto un problema urbano: anche i centri agricoli più piccoli come Viadana, Bertonico e Crema registrano livelli critici. Mentre le zone con una forte presenza di allevamenti intensivi, come Codogno e Soresina, mostrano valori addirittura superiori a causa delle aziende del settore zootecnico.

Nell’anno appena trascorso troviamo addirittura 25 capoluoghi di provincia dove, grazie al monitoraggio delle centraline, è stato superato il massimale giornaliero delle soglie di PM10 per oltre 35 giorni: i valori stimati registrano una concentrazione superiore a 50 micro-grammi per metro cubo (μg/mc). Un altro elemento inquinante da tenere sotto controllo è il biossido d’azoto (NO2) che si genera a causa del trasporto su strada: molte cittadine come Napoli, Palermo, Milano, Torino, Roma, Brescia e Trento sono arrivate a sfiorare e, in alcuni casi, a superare la soglia di sicurezza fissata a 40 μg/mc.

Cosa fare per migliorare la qualità dell’aria a Milano e nelle altre città

La soluzione al problema dell’inquinamento atmosferico nel Nord-Italia, e in particolare nella zona della Pianura Padana e della città di Milano, richiede un approccio coordinato che coinvolge istituzioni, cittadini e aziende. Uno dei fattori principali dell’inquinamento urbano è il traffico veicolare, quindi diventa necessario potenziare il trasporto pubblico locale, incentivare l’uso della mobilità sostenibile e introdurre limitazioni al traffico nelle zone più inquinate rafforzando i controlli sui veicoli.

Ma non basta: anche se il Comune di Milano ha vietato da anni l’uso e l’installazione di tutti i tipi camini e le stufe a legna, le fonti di riscaldamento domestico e industriale contribuiscono in modo significativo alle emissioni di particolato fine, specialmente in inverno. È importante allora sostituire le caldaie a gasolio con impianti più efficienti e meno inquinanti, incentivare l’uso di energie rinnovabili e migliorare l’efficienza energetica degli edifici con interventi di isolamento termico.

Infine il ruolo dei cittadini e le abitudini individuali fanno la differenza quando scegliamo di ridurre l’uso delle auto private in favore dei mezzi pubblici o della biciletta, di adottare comportamenti virtuosi nel riscaldamento domestico evitando gli sprechi, di sostenere prodotti locali e a filiera corta per ridurre le emissioni legate al trasporto delle merci.

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