A lezione di sostenibilità: un dispenser acqua tra i banchi di scuola 

A lezione di sostenibilità un dispenser acqua tra i banchi di scuola

In Italia anche nel 2023 sono aumentate da nord a sud le iniziative scolastiche di installazione dei dispenser acqua. Sono centinaia gli istituti di ogni ordine e grado che hanno detto “no” alla plastica monouso delle bottigliette, incoraggiando studenti e personale scolastico a fare scelte personali più sostenibili. 

L’acqua alla spina erogata da un distributore acqua potabile è, infatti, l’acqua più ecologica ed economica a nostra disposizione. I suoi innumerevoli vantaggi spaziano dalla riduzione dell’inquinamento da plastica e da carbonio, alla sensibilizzazione circa il valore dell’acqua, passando per l’adeguamento alla Direttiva dell’Unione Europea 2019/904, che proibisce l’uso della plastica monouso.

L’unica acqua a km zero è quella del dispenser acqua

L’acqua del distributore d’acqua è l’unica fonte inesauribile d’acqua alla spina, immediatamente accessibile per chiunque e a km zero. Non richiede confezionamento e non è infatti gravata dai costi dell’involucro in PET né della distribuzione verso i punti vendita. 

Se ogni studente, anziché comprare diverse bottigliette d’acqua al mese, potesse dissetarsi con l’oro blu -l’acqua alla spina italiana- si risparmierebbero diverse tonnellate di plastica. Ogni anno in Italia si imbottigliano 12,4 miliardi di litri d’acqua: 8 miliardi di bottiglie di plastica attraversano la nostra penisola e non è difficile acquistare in Calabria un’acqua imbottigliata in Piemonte. Un sistema che soffre di molti paradossi e che può accendere la discussione tra gli studenti intorno a queste tematiche, anche attraverso lo sviluppo di progetti educativi ad hoc. 

La scuola diventa così più partecipata perché gli studenti non si limitano ad assorbire il contenuto di un messaggio ma diventano testimoni e attori di una buona pratica.

Distributori dell’acqua e lotta alla plastica

In un’epoca di rinnovata consapevolezza ambientale la riduzione della plastica monouso rappresenta una sfida importantissima se non, addirittura, la più importante. 

Anche se la direttiva europea contro la plastica monouso del 2021 ha fatto molto, bandendo piatti, cannucce e cotton fioc, c’è ancora troppo in ballo: secondo i dati più recenti il 40% di tutta la plastica prodotta in Europa viene impiegata nel packaging, nel confezionamento di prodotti come, appunto, l’acqua da bere. Installando distributori dell’acqua negli uffici, nelle scuole e nelle università, nei locali pubblici e nei luoghi d’aggregazione il risparmio di plastica sarebbe incredibilmente significativo, tanto da costituire un vero e proprio cambio di rotta.

Gli studenti di oggi sono gli elettori di domani, quindi i cittadini che avranno il potere di influenzare le decisioni politiche e commerciali del futuro. E quindi molto importante che l’attenzione verso queste tematiche sia sviluppata e coltivata fin dai banchi di scuola.

Erogatore d’acqua: attraverso i filtri un elisir di buona salute

La cattiva abitudine che porta gli italiani a bere più acqua in bottiglia di qualunque altro paese ha radice in un vecchio preconcetto: la scarsa qualità dell’acqua di rubinetto. Quest’idea è frutto di una percezione errata, favorita dalle vecchie campagne pubblicitarie delle aziende produttrici di acqua in bottiglia, ma sconfessata dai dati. 

Secondo la rendicontazione triennale sulla qualità delle acque destinate al consumo umano trasmessa dal Ministero della salute alla Commissione europea i parametri microbiologici dell’acqua pubblica italiana hanno ottimi valori di conformità rispetto quanto richiesto dalla normativa (98-99%). I parametri che definiscono la qualità dell’acqua italiana sono tra l’altro molto più stringenti di quelli di tanti altri paesi europei perché la nostra legislazione di recepimento è ben più severa. 

Questo significa che, a parte qualche leggera criticità imputabile a oscillazioni del fondo ambientale (che ha, per esempio, a volte riguardato antimonio e arsenico), la nostra acqua del rubinetto è ottima e, se opportunamente microfiltrata, adatta a tutti. 

La microfiltrazione attraverso il dispenser acqua è fondamentale per correggere il cattivo sapore che l’acqua di rubinetto presenta, a volte, a causa della clorazione. 

I filtri di tipo meccanico e il ricorso ai raggi UV (disponibili su molti modelli) permettono di eliminare virus, batteri, cloro e metalli pesanti e qualsiasi altra sostanza indesiderata che l’acqua può avere raccolto nel suo percorso lungo la rete idrica. Il cattivo stato di manutenzione delle tubazioni può provocare incrostazione di calcare e favorire la proliferazione microbica. Filtrare l’acqua con un dispenser acqua ne garantisce invece la sicurezza microbiologica pur preservando il contenuto in sali minerali importanti per il benessere del nostro organismo.

Se guardassimo invece al microscopio l’acqua contenuta nelle bottiglie di plastica (sono decine gli studi su questo che potrebbero essere portati all’attenzione degli studenti) potremmo trovare tracce di antimonio, bisfenolo A e microplastiche. Il trasferimento di questi elementi dal PET di cui è composta la bottiglia all’acqua stessa è dovuto al calore quindi, in genere, alle cattive condizioni di trasporto e conservazione delle bottiglie d’acqua.

In definitiva anche questo punto può far parte del dibattito da sostenere tra le nuove generazioni: perché privarci di un’acqua tanto buona -che può essere ulteriormente migliorata con un piccolo sforzo- quando è possibile bere bene, restare in salute e ridurre -al tempo stesso- il nostro impatto sul Pianeta?

Serena Facchini

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