Come difendersi da un licenziamento ingiusto: i consigli degli avvocati di Avvocato Ticozzi

Come difendersi da un licenziamento ingiusto: i consigli degli avvocati di Avvocato Ticozzi

Quando un lavoratore dipendente ritiene di essere stato licenziato ingiustamente, è consigliabile rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto del lavoro, come gli avvocati del Prof. Avvocato Ticozzi, al fine di avviare il processo di ricorso e cercare di far valere le proprie ragioni. In questo articolo, capiremo come difendersi da un licenziamento ingiusto.

 

Licenziamento: i diversi tipi

 

Prima di addentrarci nell’argomento, è importante comprendere la distinzione tra licenziamento per giusta causa e licenziamento per giustificato motivo. In entrambi i casi, il licenziamento è il risultato di un comportamento scorretto o di un grave inadempimento da parte del dipendente, che mina irrimediabilmente la fiducia del datore di lavoro. Nel licenziamento per giusta causa, la motivazione è così grave da giustificare un licenziamento immediato e senza preavviso, mentre nel caso del licenziamento per giustificato motivo, la ragione è di minore entità; quindi, il datore di lavoro è tenuto a fornire un preavviso.

 

Cosa succede dopo un licenziamento ingiustificato

 

In generale, quando si verifica un licenziamento ingiustificato, sono previste misure di protezione per il lavoratore che possono differire a seconda delle dimensioni dell’azienda, della gravità dell’irregolarità che caratterizza il licenziamento e della data di assunzione del dipendente.

 

Bisogna considerare due distinzioni a seconda delle circostanze: la prima distinzione riguarda il momento dell’assunzione, che divide i lavoratori tra coloro che sono stati assunti prima del 7 marzo 2015 (Jobs Act) e coloro che sono stati assunti dopo tale data.

 

Per i lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015, è importante sottolineare che la possibilità di ottenere la reintegrazione nel posto di lavoro è limitata a determinate situazioni specifiche. La reintegrazione può essere richiesta solo in caso di licenziamento considerato nullo, inefficace o discriminatorio, nonché nei casi disciplinari in cui non esista una prova materiale del fatto contestato.

Tuttavia, nel caso in cui la reintegrazione non sia possibile o richiesta, il lavoratore ha diritto a un’indennità per il licenziamento illegittimo. Questa indennità è correlata all’anzianità di servizio del dipendente e viene stabilita in base alle disposizioni normative e contrattuali applicabili.

 

La seconda distinzione si basa sulle dimensioni aziendali e sul numero di dipendenti. Nel caso di un’azienda di piccole dimensioni che conta fino a un massimo di 15 dipendenti, il lavoratore può beneficiare di una tutela legale inferiore rispetto alle aziende di dimensioni maggiori. Ciò significa che le possibilità di reintegrazione nel posto di lavoro o l’entità dell’indennizzo per il licenziamento illegittimo potrebbero essere limitate.

 

Impugnare un licenziamento illegittimo: come fare

 

Per proporre un’impugnazione contro un licenziamento illegittimo, il lavoratore deve rispettare i termini stabiliti dalla normativa in vigore. In particolare, il dipendente deve presentare la richiesta di impugnazione entro 60 giorni dalla data in cui ha ricevuto la comunicazione di licenziamento da parte del datore di lavoro. Successivamente, il lavoratore ha l’obbligo di depositare il ricorso presso la cancelleria del Tribunale competente entro 180 giorni. È fondamentale attenersi a tali scadenze per preservare i propri diritti legali nel caso di un licenziamento ingiustificato.